Come ormai noto, l’occupazione femminile risulta, a livello mondiale, costantemente inferiore a quella maschile. Inoltre, nonostante lo stesso livello di determinazione e impegno, le donne tendono a percepire una retribuzione inferiore rispetto ai loro colleghi maschi. In 38 paesi la differenza salariale tra i due sessi raggiunge il 13%; è importante sottolineare che questa disparità persiste anche quando si considerano gruppi di donne e uomini con pari caratteristiche, come età, provenienza e livello di istruzione.
L’aumento della partecipazione femminile in professioni di alto livello è attribuito all’aumento delle donne con istruzione universitaria. Tuttavia, in molti paesi ad alto reddito, ci sono ancora differenze di genere nella leadership e nella remunerazione, anche se la percentuale di donne con un titolo universitario supera quella degli uomini.
Le svolte conquistate nel corso degli anni e la rilevanza di tali argomenti, sono stati possibili anche grazie a Claudia Goldin, economista vincitrice del Premio Nobel 2023. Ella ha dedicato la sua vita allo studio delle donne nel mondo del lavoro nel XX secolo, ha dunque evidenziato l’importanza di politiche per il bilanciamento del lavoro e della vita familiare e l’effetto che la maternità ha sulle differenze salariali tra uomini e donne.
A partire dagli anni 80 ha iniziato i suoi studi dedicandosi in particolar modo all’impatto che il matrimonio e i figli avessero fino a quel momento relativamente alla possibilità di carriera delle donne. Il suo studio ha esaminato inoltre la correlazione tra l’uso di anticoncezionali e l’avanzamento professionale, l’utilizzo del cognome del marito come indicatore sociale, l’aumento della partecipazione femminile ai corsi universitari e l’evoluzione del ciclo economico e produttivo. Ciò ha portato alla luce tutti quei fattori che hanno influenzato e, che continuano ad influenzare, la partecipazione delle donne al mercato del lavoro.
A seguito, sono stati condotti altri studi in paesi differenti, i quali hanno avuto modo di confermare che nei paesi ad alto reddito la maternità rappresenta un fattore fondamentale per le differenze retributive tra uomini e donne. Questa disparità è principalmente a causa dell’elevato coinvolgimento delle donne nella cura dei figli, che spesso porta a ricorrere a lavori part-time o ad una carriera intermittente, influendo negativamente sul reddito.
La ricerca condotta da Claudia Goldin dimostra in modo chiaro che le scelte delle donne, fin dalla giovane età, sono fortemente influenzate dal contesto sociale e istituzionale, nonché dalle opportunità educative e lavorative disponibili. In contesti con alti livelli di istruzione femminile, come Italia o altri paesi ad alto reddito, le politiche educative non influiscono molto sulle scelte lavorative delle donne; al contrario delle politiche che ridistribuiscono i carichi di cura familiari, le quali invece potrebbero influire.
In conclusione, ad oggi, è soprattutto anche grazie a Claudia Goldin se si è rilevato un miglioramento della condizione femminile nel mercato del lavoro nell’ultimo secolo.
Di Pastore Alessia – Diplomata in “Economia Aziendale”