65,3% di share. Il Festival di Sanremo in versione Conti supera, nella prima serata, gli ascolti dell’edizione dello scorso anno del guru Amadeus.
Dunque due italiani su 3 hanno seguito le canzoni presentate sul palco dell’Ariston.
No, non è proprio così, perché i due terzi degli ascolti complessivi corrispondono a 12.600.000 italiani. Ben lontani dai due terzi degli italiani.
In pratica, nonostante il battage mediatico, davanti alla TV erano in 20milioni o poco meno: un terzo della popolazione nazionale.
D’accordo, Auditel non è una scienza esatta. Però il distacco da tutto ciò che è informazione e comunicazione ufficiale diventa sempre più evidente.
Perché sono arrivati anche i dati di Primaonline.it sulle copie vendute dai quotidiani italiani. Profondo rosso per le copie cartacee, con il solo Corriere della Sera a superare le 100mila copie, nonostante un calo di oltre il 9%. La Gazzetta dello sport scende a 67mila copie (-7%), davanti a Repubblica a 60mila (-13,4%). E poi è una serie ininterrotta di cali soprattutto a due cifre.
Va un po’ meglio aggiungendo anche le copie digitali.
Sempre al primo posto il Corriere con 225mila copie complessive e una flessione del 5,6%. E a seguire una nuova serie di cali che si interrompono solo per il Fatto Quotidiano che cresce del 6%.
E segnali positivi arrivano da alcune testate locali (poche, ma ci sono).
In pratica tutti i principali quotidiani hanno perso, negli ultimi anni, non solo la maggior parte delle vendite, ma soprattutto la stragrande maggioranza dei lettori.
Però si prosegue senza voler cambiare alcunché. Che sia il Festival o un talk show, l’informazione economica e quella politica, la faziosità nel raccontare il mondo e le dimenticanze politicamente corrette nel raccontare gli avvenimenti sotto casa.
Un rifiuto ostinato della qualità e della verità.
Approfittando della mancanza di alternative reali strutturate. Approfittando della mancanza di fantasia e di coraggio dei pubblicitari.
Salvo, poi, interrogarsi sulle ragioni del successo di influencer anche di infimo livello. E senza capire che la fuffa quotidiana dei seguaci di Scalfari, le invenzioni sulla guerra, le omissioni sulla strage a Gaza, le menzogne sul potere d’acquisto delle famiglie contribuiscono a far lievitare la credibilità persino di personaggi che ignorano la lingua italiana, che sono fisicamente sgradevoli ma che, rispetto alla compagnia di giro dei soliti noti in TV e sui giornali appaiono come il simbolo della verità.
Fonte “Electo Magazine”