Se avete fatto almeno un investimento nella vostra vita, avrete sentito parlare di “diversificazione”. Ma, alla fine, cosa si intende per diversificazione del portafoglio? E’ il frutto di scelte emotive o ci sono delle strategie ottimali per creare un portafoglio ben diversificato? Ed infine, il diversificare, permette concretamente di aumentare la redditività del proprio portafoglio di investimenti?
La massima alla quale ci siamo rifatti nello scegliere il titolo di questo articolo, ovvero ‘non mettere tutte le uova nello stesso paniere’, raccogli in sé una profonda verità. Per avere un portafoglio che possa approfittare dei movimenti del sistema economico nel suo complesso, si richiede che i propri capitali siano intelligentemente redistribuiti fra tutta una serie di cosiddetti “asset”. Questi asset vanno dalle azioni di diverse aziende alle obbligazioni di vari paesi, per arrivare fino alle materie prime come l’oro o il petrolio, e i relativi fondi comuni di investimento.
Inoltre, una corretta diversificazione, richiede che gli investimenti non vengano impattati dallo stesso fattore di rischio. Questo può avvenire se si investe solo puntando su una nazione. Una crisi economica interna o una crisi politica, esporrebbero a rischio tutti i nostri capitali. Se, invece, si va ad investire su nazioni diverse o aree geografiche diverse, utilizzando anche strumenti di investimento diversi (fondi, azioni, obbligazioni, materie prime, valute, ecc…), questo ci mette in grado di avere un portafoglio più stabile, seppur sufficientemente flessibile per cogliere le varie opportunità che il tempo e le circostanze macroeconomiche, ci presentano.
All’interno di un progetto di diversificazione, le linee guida da seguire sono principalmente quattro:
- propensione al rischio del cliente, ovvero la capacità del cliente di assorbire la volatilità del portafoglio più o meno rischioso e la sua capacità di gestire temporanee perdite del valore nominale degli investimenti. In funzione di questo si deciderà il grado di rischio degli Asset di investimento;
- gli obiettivi di investimento che vuole raggiungere il cliente. Se si vuole ottenere nel tempo, una crescita costante del proprio patrimonio, è necessario diversificare in strumenti in linea con il profilo dell’investitore e che ne rispettino la capacità di assorbirne la volatilità. Per far questo, si richiede un monitoraggio costante del portafoglio, così da attuare quelle modifiche di allocazione del capitale, che si rendono necessarie all’ottenimento finale dell’obbiettivo del cliente;
- l’orizzonte temporale. Questo fattore è fondamentale nella costruzione di una strategia diversificata di investimento. In funzione del tempo si verificheranno due scenari, a fronte di un investimento di lungo periodo, il cliente avrà manifestato una maggiore tolleranza al rischio al fine di ottenere rendimenti elevati dal proprio portafoglio. Se, invece, l’orizzonte temporale è breve, il cliente non potrà subire oscillazioni importanti del portafoglio e la conseguenza sarà il posizionamento su Asset più sicuri, meno redditizi, ma prontamente liquidabili, almeno in parte. Una corretta pianificazione, tiene conto di entrambi i fattori. Posto che l’investitore non abbia già raggiunto quella fase della vita in cui, non producendo più reddito da lavoro, l’unico obiettivo sia la conservazione del capitale costruito mantenendo un prudente incremento percentuale annuo, in tutti gli altri casi ci saranno esigenze di breve, medio e lungo periodo, ed ognuna di queste dovrà essere contemplata nella gestione del patrimonio;
- infine può sempre essere utile conoscere i costi di gestione dei prodotti che andiamo a sottoscrivere. Questi, sono rappresentati sia dai costi di ingresso o uscita da un investimento, quanto dai costi di effettiva gestione applicati dal gestore annualmente sul patrimonio netto. Persino i costi di un deposito titoli possono andare ad incidere sulla redditività dei titoli in esso contenuti. Che fare quindi? Immaginate una bilancia, da una parte si mettano i costi e dall’altra i benefici attesi, dove pende maggiormente la bilancia? In funzione di questa semplice, ma efficace, analisi, è possibile fare già una prima valutazione.
In conclusione, perché è importante diversificare i ‘propri investimenti? Perché in questa maniera, non solo i rischi verranno sensibilmente ridotti e con essi i costi, ma soprattutto perché le possibilità di raggiungere i propri obiettivi di investimento saranno enormemente maggiori perché non dipenderanno né da un solo investimento, né da un solo mercato.
Di Macina Luca – Iscritto all’albo unico dei “Consulenti Finanziari – OFC – Regione Piemonte”