Dopo la crisi emergenziale dovuta alla pandemia, nonché dopo la crisi mondiale scaturitasi dal conflitto Russia-Ucraina, sembrerebbe che gli imprenditori italiani stiano cercando di “sopravvivere” a questa fase di emergenza.
Analizzando i settori si evince il seguente scenario:
- Settore Agroalimentare: maggiormente diffuso nel Mezzogiorno (28,5%) ma anche nel Nord est (24,8%);
- Settore Commercio: maggiormente diffuso nelle regioni del Centro (19,8%);
- Settore Edilizia: prevalentemente diffuso al Nord (15,6%);
- Settore Turistico: maggiormente nelle regioni del Centro e del Mezzogiorno (12,8% – 10,2%)
L’Osservatorio Nazionale sulle Reti d’Imprese, nel rapporto del 2021, ha mostrato che nell’ultimo anno sempre più imprese hanno preso parte a progetti di aggregazione in Rete, questo dato risulta in aumento del 13,3% (+885 nuovi contratti di rete rispetto al 2020), e il numero di aziende aderenti è salito di 3.849 (+10%).
Charles Darwin diceva “Nella lunga storia del genere umano hanno prevalso coloro che hanno imparato a collaborare ed a improvvisare con più efficacia” e sembrerebbe che il mercato si stia adattando a questo concetto.
L’aggregazione e la costituzione di “gruppi”, prevalentemente Contratti di Rete Oggetto, ormai è da ritenersi una tendenza consolidata e stabile, a differenza del boom dal 2010 al 2013, ove le agevolazione e gli incentivi fiscali hanno portato ad un incremento esponenziale.
L’Osservatorio 2022 ha evidenziato come il modello organizzativo del contratto di rete è fondamentalmente orientato su questi concetti: innovazione, condivisione e obiettivi.
INNOVAZIONE:
L’Osservatorio nel Report 2022, evidenzia l’importanza di produrre una rendicontazione capace di fornire informazioni sulla prestazione della Rete. In termini di ottimizzazione, dati certi e informazioni precise consentirebbero di capire quanto e come le imprese fanno rete e all’esterno, consentirebbero inoltre di capire la produttività e l’efficacia di una Rete e di ogni singolo partecipante.
Si potrebbe dedurre che una precisa e frequente rendicontazione di rete, fornirebbe vantaggi in termini informative e dati i quali consentirebbero alle imprese di ottimizzare le proprie risorse al fine di reindirizzarle e utilizzarle con più cognizione.
CONDIVISIONE:
In merito risulta necessario soffermarsi sul concetto di “codatorialità”.
La codatorialità mette a disposizione dei Contratti di Rete uno strumento di condivisione di competenze e di capitale umano volto a raggiungere obiettivi di maggiore competitività, anche in periodi di incertezza, nonché ad ottimizzare le risorse tra imprese.
L’utilizzo della codatorialità e del distacco indirettamente confermano come il lavoro sia sempre più un fattore determinante per la messa in atto di un più ampio concetto di Rete di Imprese, in cui l’operato delle imprese e della rete stessa è funzionalmente volto alla collaborazione e all’innovazione.
OBIETTIVI:
Nonostante l’istituto della Rete d’imprese faccia riferimento al programma di rete e agli obiettivi comuni da perseguire, viene allo stesso tempo evidenziato come ancora non venga utilizzata una piattaforma informativa comune che possa coordinare gli obiettivi.
Con l’evolversi del mercato e il mutare delle necessità, l’Osservatorio ha evidenziato quante più reti si affidano al figura del “manager di rete”, che ricopre un ruolo super partes di integrazione a favore di tutte le imprese retiste.
Tuttavia, molte strutture si affidano ad un concetto gerarchico di “gruppo”, prendendo decisioni e organizzando l’attività sulla base delle direttive prese in via principale dal Presidente, dal Comitato di Gestione ed eventualmente da commissioni istituite ad hoc.
Ai fini di un’efficiente analisi, sarebbe importante ed interessante monitorare le seguenti informazioni:
- il coordinamento formale e informale, gli incontri frequenti, i meccanismi di monitoraggio e gestione della relazione, in modo tale da mantenere attiva la vita della rete;
- i cambiamenti e i mutamenti, in modo tale da adattarsi velocemente alle esigenze del mercato;
- l’adesione a gruppi esterni (anche più grandi), in modo tale da ampliare continuamente le opportunità di business e competitività;
- la condivisione di personale e risorse, in modo tale da raggiungere obiettivi comuni.
Molti aspetti positivi sono stati evidenziati, ed è vero che in qualsiasi articolo dedicato alle reti di imprese possiamo leggere frasi come “Il contratto di rete permette alle imprese di rafforzare la governance per affrontare le incertezze”, o ancora “Le reti di imprese sono ottimi strumenti per le imprese che vogliono rafforzare la competitività dell’attività imprenditoriale” e di conseguenza ci si domanda “sarà vero?”.
Menzionando i dati forniti dall’Osservatorio in collaborazione con InfoCamere, si evince che oltre il 65% delle imprese in rete ha registrato un incremento o in termini di ricavi o in termini di immobilizzazioni.
Nel Nord Italia si tratta perlopiù di aumento dei ricavi (es. vendita di beni ed erogazioni di servizi), nel Sud e nel Centro Italia si tratta prevalentemente di aumento in termini di immobilizzazioni (es. acquisto di macchinari).
Tutti questi indicatori ci portano a pensare che questa crescita dei contratti di rete, e più in generale dell’aggregazione imprenditoria, non sia una misura esclusivamente volta a fronteggiare la “crisi”, bensì sembrerebbe che tali attuazioni siano volte all’innovazione e all’evoluzione.
Di Cravero Veronica – Laureata in “Diritto per le Imprese e le Istituzioni”