Una delle espressioni più utilizzate in questi anni da parte di esponenti politici e addetti ai lavori è sicuramente quella di transizione ecologica.
Un concetto che sta a indicare l’insieme dei provvedimenti legislativi e degli interventi pratici che gli Stati nazionali e le pubbliche amministrazioni sono chiamati a sostenere per adeguarsi alla rivoluzione ambientale in corso.
Nonostante gli effetti del cambiamento climatico siano ormai sotto gli occhi di tutti, le frange che più si oppongono alla transizione ecologica continuano a rimarcare come le politiche ambientaliste finiscano per pesare sulle tasche di cittadini e imprese.
Ebbene, nel tentativo di scongiurare questo scenario, proprio in queste ore nel nostro Paese è entrata in vigore la normativa che prevede lo stanziamento di importanti incentivi economici per le famiglie a basso reddito che intendono installare un sistema di impianti fotovoltaici sopra i tetti della propria abitazione.
E allora vediamo tutto quello che c’è da sapere su questa tipologia di agevolazione, rinominata Reddito energetico.
Impianti fotovoltaici gratuiti per le famiglie a basso reddito, come funzionano gli incentivi statali.
A partire dalla giornata di venerdì 5 luglio scorso, per le famiglie a basso reddito è scattata la possibilità di fare domanda per richiedere le erogazioni di incentivi economici statali per installare i pannelli fotovoltaici presso la propria dimora di residenza. La cifra stanziata dal governo di Giorgia Meloni per rendere gratuito l’inserimento di un impianto rinnovabile per i nuclei più in difficoltà è pari a 200 milioni di euro per il 2024, a cui ne vanno aggiunti altrettanti per il 2025.
Impianti fotovoltaici gratuiti per le famiglie a basso reddito, chi ha diritto agli incentivi.
Secondo quanto specificato dai tecnici del Mef in coordinamento con il dicastero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, circa l’80% delle risorse stanziate per l’installazione di pannelli fotovoltaici domiciliari verrà destinato ai residenti delle regioni del Mezzogiorno, vale a dire l’Abruzzo, il Molise, la Puglia, la Basilicata, la campagna, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna.
A livello pratico, potranno partecipare al bando per l’assegnazione delle risorse economiche tutte le famiglie che presentano un valore ISEE annuo inferiore alla soglia dei 15mila euro, cifra che aumenta e raggiunge i 30mila euro annui nel momento in cui sono almeno quattro i figli a carico di un determinato nucleo familiare. Stiamo parlando, dunque, di una platea di diversi milioni di italiani che – in maniera più o meno stabile – rientrano nella categoria dei cosiddetti soggetti a rischio povertà o che fanno parte di quelli che si sente spesso nominare con l’appellativo di poveri assoluti.
Impianti fotovoltaici gratuiti per le famiglie a basso reddito, come richiedere gli incentivi per l’installazione.
La società che, come indicato dall’esecutivo, dovrà farsi carico dell’identificazione dei soggetti beneficiari e della successiva erogazione degli incentivi è GSE S.p.A. – Gestore dei Servizi Energetici, la partecipata statale nata nel 1999 che si occupa proprio di promuovere l’efficienza energetica e sviluppare l’utilizzo di impianti rinnovabili nel nostro Paese. Il meccanismo dunque prevede lo stanziamento di un contributo in conto capitale che GSE andrà a erogare a favore delle imprese che svolgeranno i lavori di installazione dei pannelli fotovoltaici. Allo stesso tempo, le famiglie che vedranno accolta la propria domanda per ricevere gli incentivi non dovranno sostenere alcun tipo di spesa corrente.
Impianti fotovoltaici gratuiti per le famiglie a basso reddito, per quali tipologie di abitazioni è valida l’agevolazione.
Innanzitutto è bene specificare che le somme stanziate dal governo sono destinate all’installazione dei cosiddetti impianti per l’autoconsumo, ossia quelli con una potenza compresa tra 2 e 6 kW e comunque non possono andare oltre la potenza nominale di prelievo sul punto di connessione dell’utenza, che deve essere intestata a uno dei membri della famiglia. Ed è sempre valida la regola per cui ogni nucleo familiare può presentare una sola domanda e accedere una sola volta agli incentivi. Per presentare la domanda occorre collegarsi con il sito di GSE, accedere all’apposita sezione segnalata nella pagina principale del portale e seguire tutte le indicazioni riportate passo dopo passo. Chiaramente occorre identificarsi, un passaggio che può essere eseguito tramite le credenziali Spid, tramite la Carta d’identità elettronica oppure utilizzando la Carta Nazionale dei Servizi.
Inoltre, è necessario inserire i dati richiesti relativi all’abitazione presso cui si intende installare l’impianto fotovoltaico. Una volta presentata la domanda, il GSE conclude il procedimento di valutazione entro 60 giorni. Se la richiesta viene accolta, verrà stipulato il Contratto di Reddito Energetico tra il GSE e il soggetto beneficiario, un accordo di durata pari a 20 anni dalla data di entrata in esercizio dell’impianto. Per l’intera durata del contratto, il beneficiario deve cedere al GSE l’energia immessa non consumata direttamente. Spetterà infatti al GSE rivenderla sul mercato e il ricavato andrà a incrementare annualmente il Fondo per il Reddito energetico in modo da aumentare le disponibilità per realizzare altri impianti.
Impianti fotovoltaici gratuiti per le famiglie a basso reddito, cosa succede per coloro che vengono esclusi.
La valutazione da parte del GSE delle richieste di accesso alle agevolazioni avviene in ordine cronologico, secondo il meccanismo ormai collaudato della cosiddetta “procedura a sportello” per ciascuna area geografica di competenza. In sostanza, il portale verrà chiuso agli utenti nel momento in cui si arriva all’esaurimento delle risorse economiche rese disponibili per ciascun bando. Ciò comporterà l’inevitabile esclusione di coloro che hanno inviato le domande molti giorni dopo la data di partenza di venerdì 5 luglio. A ogni modo, rimanere esclusi dalla prima graduatoria non comporta in automatico l’impossibilità di ricevere gli incentivi per l’installazione di impianti fotovoltaici. Infatti, nel corso dell’anno, il GSE riaprirà lo sportello nel caso in cui, a seguito di eventuali rinunce ed esclusioni, risulteranno disponibili almeno 5 milioni di euro.
Di Macina Luca – Iscritto all’albo unico dei “Consulenti Finanziari – OFC – Regione Piemonte”