È introdotta la pensione anticipata (rif. Art. 24 co. 10 del D.L. n. 201/2011), la quale andrà a sostituire la classica pensione di anzianità precedente. Questa novità offre l’opportunità di uscire dal lavoro con un’età inferiore a quella attuale, ossia 67 anni. Per quanto riguarda gli uomini, la pensione anticipata può essere ottenuta con minimo di età di 42 anni e 10 mesi, invece per le donne minimo 41 anni e 10 mesi.
In ogni caso, la pensione anticipata può essere una scelta vantaggiosa per chi desidera godere prima dei propri anni di pensione e ha accumulato un numero sufficiente di contributi. Per chi se lo stesse chiedendo, viene calcolata allo stesso modo della pensione classica.
È opportuno sapere che per raggiungere tutti i requisiti pensionistici, è necessario aver accumulato almeno 35 anni di contributi netti, escludendo quelli accreditati per disoccupazione indennizzata, malattia e infortunio che il datore di lavoro non ha integrato.
Per fare domanda di pensione anticipata bisogna accedere al portale dell’INPS e selezionare il servizio “Domanda di prestazioni pensionistiche: Ricostituzione, Ratei, ECOCERT, APE Sociale e Beneficio precoci”. Una volta cliccato su “Nuova prestazione pensionistica” e successivamente su “Pensione anticipata”, è opportuno seguire tutte le indicazioni consecutive.
Nell’eventualità che l’interessato sia un lavoratore precoce e quindi appartenga a specifiche categorie tutelate (rif. Art. 1 co. 199m L.n. 232/2016), la pensione anticipata può essere ottenuta con un requisito ridotto ma pari a 41 anni di contribuzione. Per chiarire nel miglior modo: sono considerati lavoratori precoci coloro che risultano in possesso di almeno 12 mesi di contributi da effettivo lavoro prima del compimento di 19 anni di età. Attenzione però, per tali individui è necessario soddisfare almeno uno dei seguenti requisiti:
- risultano disoccupati a seguito di licenziamento o di dimissioni per giusta causa, o per effetto di risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di conciliazione obbligatoria;
- risultano caregiver (lavoratori che assistono, al momento della richiesta e da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente portatore di handicap in situazione di gravità);
- possiedono un’invalidità uguale o superiore al 74%;
- risultano addetti ai lavori “gravosi” per almeno 6 anni negli ultimi 7 prima del pensionamento, o per almeno 7 anni nell’ultimo decennio;
- risultano addetti a lavori usuranti o a turni notturni.
Il diritto alla pensione è un diritto fondamentale per tutti i lavoratori. Dopo anni di contributi versati, ogni lavoratore ha il diritto di godere di un’adeguata pensione che gli permetta di vivere dignitosamente durante l’età della vecchiaia.
Di Pastore Alessia – Diplomata in “Economia Aziendale”