“Il lavoro si espande fino ad occupare tutto il tempo disponibile; più è il tempo e più il lavoro sembra importante e impegnativo” – Cyril Parkinson
Cyril Parkinson era un famoso storico navale britannico autore, tra le tante opere anche de La Legge di Parkinson.
Qualcuno ha mai sentito parlare della legge di Parkinson?
La legge di Parkinson si basa sulla teoria secondo la quale il lavoro all’interno di un’azienda cresca e si amplifichi in modo tale da occupare tutto il tempo che si ha a disposizione per portarlo a termine.
Parkinson aveva osservato per un lungo periodo l’attività burocratica governativa, ma anche le piccole imprese ed aveva notato che più i settori all’interno di un’azienda si espandevano, più gli stessi tendevano a diventare inefficienti.
Parkinson, scoprì come dei compiti molto semplici potessero acquisire complessità nel caso in cui per il loro svolgimento fosse garantito un tempo più prolungato per la loro esecuzione, adducendo di conseguenza che quando il tempo assegnato a un’attività diventa più breve, quel compito diventa più semplice e più facile da risolvere.
“Il lavoro si espande in modo da riempire il tempo a disposizione per il suo completamento” affermava Parkinson. Da tutto ciò si evince che se hai a disposizione solo pochi giorni per portare a termine un determinato lavoro, quel compito richiederà solo alcuni giorni; ma se al contrario per lo stesso lavoro tu avessi a disposizione due mesi, impiegheresti tutto il suddetto periodo.
Di conseguenza la frase “scadenza prossima” induce a porre a termine un’operazione utilizzando il termine dato, qualora invece non vi siano vincoli temporali per l’esecuzione del lavoro, quest’ultimo richiederà un maggior tempo per eseguirlo.
Detto ciò si intuisce quanto possa risultare complessa l’esecuzione dell’attività tenendo conto del tempo ritenuto sufficiente per realizzarla. Qualora si lavorasse sotto l’ansia delle tempistiche purtroppo non si ha una via d’uscita, è necessario effettuare ciò che più si pensi sia necessario per portare a termine il lavoro. “Se aspettate fino all’ultimo minuto per fare qualcosa, ci vorrà solo un minuto per farla.”.
Recenti ricerche e test psico-attitudinali, hanno dimostrato che se viene richiesta un’attività, l’essere umano pensa al tempo che ha per ultimarla, e non al tempo che serve effettivamente. Tutto ciò porta a sprechi di tempo e cattiva gestione. La realtà è che ogni essere umano in questa nostra società sente la necessità di utilizzare il tempo che ha a disposizione sebbene ne fosse sufficiente molto meno.
L’approccio più corretto è di darsi delle scadenze, redarre un elenco delle attività definendone le priorità, mettendo in cima all’elenco quelle attività che richiedono più tempo. Decidere quali persone coinvolgere nel progetto e stimare il tempo necessario anche in virtu’ dei carichi lavorativi.
Tutto ciò è assolutamente importante per riprendersi il controllo del proprio tempo e riuscire a fare più cose riuscendo a coniugare al meglio vita privata con vita professionale. Se si riuscisse a completare le attività rispettando le scadenze, il tempo extra potrebbe essere utilizzato per gestire altro lavoro o più semplicemente fare una pausa. L’obiettivo è quello di essere più efficienti, non di lavorare troppo.
Di Loprete Giovanna – Diplomata in “Perito Amministrativo-Economico Aziendale”