Il Welfare aziendale è diventato, soprattutto negli ultimi anni, una pratica adottata dalla maggioranza delle imprese, a beneficio della qualità della vita e del benessere dei propri dipendenti, ed ha assunto sempre più importanza, tanto che tra le aziende italiane sono sempre più diffusi piani di welfare di diverso ordine e tipo.
Ma cos’è il welfare?
Il welfare aziendale è l’insieme di prestazioni, opere e servizi, in natura o sotto forma di rimborso spese, riconosciute dal datore di lavoro al fine di migliorare la vita sia lavorativa che privata dei dipendenti; dunque uno strumento messo in atto per aumentare il “benessere” del personale della propria attività sia all’interno del luogo di lavoro, sia nell’ambito della propria sfera privata. Tutto ciò in considerazione del fatto che un clima lavorativo sereno ottimizza i risultati produttivi a beneficio di tutta l’organizzazione.
Infatti, il rapporto tra datore di lavoro e dipendente passa anche dal benessere di quest’ultimo e dall’assenza di tensione sul posto di lavoro. In questo modo, il welfare aziendale può senz’altro contribuire sia a migliorare l’immagine aziendale, sia a promuovere la responsabilità sociale dell’impresa stessa.
Secondo i dati rilevati dai più importanti economisti italiani, l’attenzione delle imprese al benessere dei dipendenti, si è rilevato direttamente proporzionale alla loro produttività, legata a sua volta alla motivazione.
Il benessere psicofisico dei dipendenti, infatti, è il punto cardine del welfare aziendale, che porta numerosi vantaggi non solo ai collaboratori ma anche all’azienda stessa. Le iniziative possono riguardare vari aspetti, come la salute, la formazione, il sostegno alla famiglia, l’equilibrio tra vita privata e lavoro, la previdenza integrativa e molto altro ancora. Anche il semplice utilizzo dello smart working viene classificato tra le misure di welfare aziendale.
Tra le più utilizzate si trovano:
- servizi alla famiglia: assistenza sanitaria integrativa (anche nel senso di aiutare nella gestione di casi di familiari non autosufficienti); sostegno per spese di istruzione e gestione dei figli (dalle tasse scolastiche, fino ad asili nido e baby sitter); previdenza complementare, istruzione; assistenza psicologica;
- servizi alla persona: palestra, sport, shopping, buoni benzina, divertimento, buoni pasto, buoni carburante e buoni spesa di vario tipo (anche il lavaggio dell’auto), sconti, promozioni, convenzioni per l’accesso a beni e servizi.
Per quanto riguarda il trattamento fiscale del welfare aziendale, c’è da sottolineare il vantaggio dell’esenzione IRPEF. Molti benefit infatti non concorrono alla formazione del reddito del lavoratore dipendente, quali ad esempio il rimborso delle spese per l’acquisto di abbonamenti di trasporto pubblico, o altri servizi come “Cinema”, “Musei”, “Palestre”, “Parchi divertimento”, “Abbonamenti a riviste”, nonché le “Soluzioni di viaggio e cofanetti” purchè al dipendente venga riconosciuta la possibilità di aderire o meno all’offerta proposta dal datore di lavoro; e ancora servizi di “benessere”, cura alla persona, corsi di formazione, rimborsi spese di iscrizione dal nido all’Università, libri scolastici, scuolabus, pre e post scuola, babysitting, campi estivi, voucher per food, benzina e shopping, a condizione che non superino la soglia prevista dal TUIR. Senza considerare il vantaggio della decontribuzione INPS a vantaggio dei datori di lavoro.
Di Loprete Giovanna – Diplomata in “Perito Amministrativo-Economico Aziendale”