Lo scorso mese abbiamo affrontato il discorso relativo a quelle polizze assicurative che vengono gestite come benefit per la società di appartenenza, per l’amministratore o i titolari ed i loro eredi, e che permettono di ottenere degli importanti vantaggi fiscali. Oggi affronteremo un argomento delicato ed importante in maniera trasversale per tutti, dai lavoratori dipendenti ai liberi professionisti fino ai soci ed amministratori di PMI: la previdenza integrativa.
Anche in questa occasione, per approfondire questo argomento, la G&L Group ha la fortuna di potersi avvalere della consulenza di una risorsa appartenente ad una delle proprie reti: il Sig. Lamberti Melchiorre, titolare dell’Agenzia Principale di REALE MUTUA Torino Borgomedioevale “Lamberti Cireddu S.r.l.”, che ha una pluriennale ed approfondita esperienza, fra gli altri, in questo specifico ramo assicurativo.
Quando la legge 8 agosto 1995, n. 335, detta anche “Riforma Dini”, stravolse il sistema di calcolo previdenziale, si passò dal sistema Retributivo a quello Contributivo. Questo voleva dire per i meno fortunati (ovvero tutti coloro che avevano una anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, minore di 18 anni), che gli stessi contributi sarebbero stati semplicemente restituiti senza maturare alcun interesse reale, ma solo un interesse ipotetico (la legge usa il termine “simulato”), che ben rende l’idea del perché, attraverso l’INPS, a 67 anni, si andrà in pensione con 1,5 volte l’assegno sociale o pensione minima (oggi € 503,27 al mese). Venne inoltre introdotto il concetto dei tre pilastri, ovvero che le pensioni future sarebbero state la somma della pensione INPS, più gli eventuali Fondi di Categoria, ma soprattutto, di quanto sarebbe stato trasformato in rendita attraverso gli accantonamenti effettuati sul Fondo Pensione Individuale.
Sig. Lamberti, innanzitutto grazie per la disponibilità che ancora una volta ci manifesta. Come potremo definire la situazione previdenziale di chi nel 1995 non aveva ancora versato 18 anni di contributi, o peggio, di chi si affaccia oggi sul mercato del lavoro?
“Entrambe le situazioni citate sono critiche, seppure con problematiche diverse. Chi nel 1995 non aveva ancora 18 anni di versamento presumibilmente oggi ha una anzianità lavorativa che varia da un minimo di 29 anni ad un massimo di 46.I secondi, se hanno più di 62 anni, è probabile che siano già in pensione, ma se hanno meno di 67 anni posso ancora aderire ad un Fondo Pensione Aperto che ha un minimo di durata, dalla data di sottoscrizione, di 5 anni, senza un massimo. Chi si affaccia oggi al mondo del lavoro ha di fronte uno scenario previdenziale preoccupante, perché 2 cose sono certe:
a) l’età pensionabile aumenterà, mentre in percentuale al reddito l’importo mensile percepito per la pensione sarà sempre minore;
b) integrare la pensione con un Fondo Pensione non è più consigliabile, ma, indispensabile.”
Quali sono i Fondi Pensione che seriamente possono aiutare i nostri lettori a costruirsi un futuro più sicuro, e come andrebbero gestiti tenendo conto dell’età con cui si inizia a risparmiare per la previdenza?
“I Fondi Pensione Aperti gestite da Compagnie Primarie autorizzate alla collocazione sono tutte normativamente seri. La differenza la fa come sempre, il Consulente Collocatore che deve avere la Capacità Professionale per “Cucire e Modellare il vestito su misura.“
Quali sono i vantaggi fiscali a beneficio di chi decide di aderire ad un Fondo Pensione, che sia un dipendente o un libero professionista o titolare di azienda?
“L’importo versato va ad abbattere il reddito imponibile, pertanto, per un importo annuo di € 5.164,57 sconta l’aliquota fiscale più elevata.”
Perciò, quando sarebbe meglio aprire un Fondo Pensione?
“Il più presto possibile rivolgendosi a Consulenti Professionisti del Settore.”
Vogliamo ringraziare ancora il Sig. Lamberti per l’importante spiegazione fornitaci.
Queste informazioni oggi sono di grande interesse fiscale, ma un domani avranno un valore importantissimo fra chi potrà beneficiare di un adeguato reddito pensionistico, rispetto a chi dovrà integrarlo con il proprio risparmio (se presente!). A tal proposito, G&L Group si rende disponibile, attraverso una propria risorsa interna, ad effettuare un’analisi gratuita della posizione di tutti i clienti retisti e non, giacche la prossimità alla fine dell’anno fiscale, potrebbe vedere l’occasione di iniziare ad aprire il proprio Fondo Pensione (PIP) andando già a beneficiare dell’abbattimento del reddito imponibile, con uno sconto sulle tasse da versare nel 2024.
Di Macina Luca – Iscritto all’albo unico dei “Consulenti Finanziari – OFC – Regione Piemonte”