Icona di stile e di bellezza Jane Birkin, deceduta all’età di 76 anni, ha lasciato un segno incolmabile nella cinematografia internazionale.
Col suo sguardo languido, intriso di timidezza e audacia, valorizzato dalla frangetta sbarazzina che ha fatto storia, Jane si è imposta giovanissima sul grande schermo come modello di fascino e seduzione.
Irresistibile mix di freschezza, spontaneità e sex-appeal inconsapevole, enfatizzato da un tono di voce delicato, flebile eppure vigoroso e, da un velato accento inglese che, traspariva da un francese impeccabile sia sul set che nelle sue canzoni. Una tra tutte: ‘Je t’aime moi non plus’, scritta per lei dal suo grande amore e secondo marito Serge Gainsbourg.
Fu proprio questo contrasto tra la delicatezza fisica e la prorompenza caratteriale a conquistare il mondo. La freddezza algida ’so britsh’ del suo viso perfetto col nasino alla francese, gli occhi chiari dal piglio magnetico e, il suo corpo acerbo si scontravano col suo talento esondante e, con la sua personalità complessa, ma soprattutto con uno stile inossidabile destinato a diventare eterno.
Impossibile non ricordare l’intrigante Penelope nel ruolo della seducente adolescente che mette in crisi il matrimonio del maturo Jean Paul, un abbronzatissimo Alain Delon e Marianne, una straordinaria Romy Schneider, nel film ‘La piscina’ di Jacques Deray.
La quintessenza dell’allure francese deve anche la sua fama alla relazione con il controverso compositore pop Serge Gainsbourg, nata in modo tormentato sul set del film commedia Slogan di Pierre Grimblat, che vedeva entrambi protagonisti. I due si amarono a lungo condividendo talento e successi musicali che arrivarono a svettare le classifiche mondiali, tra critiche e censure. Un amore diventato anch’esso leggendario.
Ma il suo nome si legò soprattutto alla celeberrima it-bag Birkin di Hermès, la borsa più esclusiva e costosa del mondo, nata nel 1984 dall’incontro casuale in aereo con Dumas, ex Presidente e Direttore artistico della Maison e, da uno schizzo improvvisato al momento da quest’ultimo, in seguito al fortuito incidente della borsa dell’attrice interamente rovesciatasi per terra.
A Jane, già icona planetaria di charme, nel raccogliere frettolosamente gli oggetti, bastò lagnarsi di non riuscire a trovare una borsa sufficientemente grande e in grado di accogliere tutte le sue cose, per ottenere il privilegio di un oggetto cult a lei dedicato; privilegio fino ad allora concesso solo a Grace Kelly. Fu proprio la mitica it-bag Kelly, già sul mercato da tempo, a ispirare infatti il nuovo modello più capiente, profondo e morbido destinato a cristallizzarsi nel tempo come must-have.
Eppure l’attrice, cantante e regista che fece della semplicità essenziale il suo inconfondibile stile, continuò a girare quotidianamente per Parigi con il suo panier di vimini per riuscire a contenere ogni sorta di bene utile: dal biberon della figlioletta Lou, all’agenda straripante di fogli, come qualunque comune mamma.
I suoi look, misti di english casual e raffinato charme francese hanno ispirato intere generazioni di donne e stilisti di tutte le epoche e di tutto il mondo, rimanendo immuni al passare delle mode e delle stagioni: jeans e tee shirt bianche, senza fronzoli né accessori, mini abiti in maglia succinti e trasparenti, ma mai volgari, blazer oversize e pantaloni chiari larghi, abiti crochet e, l’immancabile cesta di vimini.
Negli anni 70’ divenne musa ispiratrice di intere comunità hippie che copiavano i suoi mini abiti a fantasia, con le maniche a campana, i pantaloni a zampa di elefante, i gilet e le zeppe.
Di Tania Boianelli