La crisi in Francia e Regno Unito ed i timori di contagio nel resto d’Europa, uniti alla crisi economica e alle tensioni geopolitiche hanno innescato una corsa ai beni rifugio, soprattutto negli ultimi giorni, in coincidenza con la correzione dei mercati azionari. C’è una maggiore avversione al rischio, che sta dirottando capitali verso asset alternativi come l’oro ed il Bitcoin.
Perdono appeal invece il franco svizzero e lo yen, che tradizionalmente vengono considerati asset rifugio, per via delle politiche accomodanti delle banche centrali, volte a contrastare appunto l’eccessivo apprezzamento delle due valute contro il dollaro.
Alla luce di questa situazione di mercato, il prezzo dell’oro ha toccato nelle ultime ore un nuovo traguardo, sfondando prima il tetto dei 3.500 dollari l’oncia e posizionandosi poi a 3.600 USD/oncia, Se la performance giornaliera non è esaltante (+0,23%), quella ad una settimana è già apprezzabile (+4,8%) e soprattutto fa gola il rialzo da inizio anno (+36%). Merita segnalare anche un elemento curioso: a questi livelli l’oro quota circa 100 volte rispetto alla valutazione del 1971, quando il Presidente Nixon mise fine al sistema di parità del cambio di Bretton Woods, fissando indicativamente il prezzo del metallo prezioso a 35 dollari.
Il sentiment degli investitori sull’oro è molto positivo, in risposta alle persistenti tensioni sul fronte internazionale (Ucraina, Medioriente, Dazi) ed in vista degli importanti appuntamenti dei prossimi giorni, che culmineranno con il dato sul mercato del lavoro Usa, che verrà letto nell’ottica delle prossime mosse della Fed. E proprio la banca centrale statunitense torna in primo piano, perché fra due settimane molto probabilmente annuncerà il primo taglio dei tassi di quest’anno. Una decisione che farà deprezzare ulteriormente il dollaro, già sotto pressione da tempo.
Assieme all’oro anche l’argento, che scambia su nuovi record di 41,64 dollari l’oncia (+0,12%). Anche in questo caso la performance da inizio anno è più che brillante (+42%) e beneficia anche della debolezza del biglietto verde.
Torna a correre anche il Bitcoin, dopo una fase negativa in atto dalla metà di agosto. La criptovaluta è tornata infatti sopra i 110mila dollari, attestandosi a 110.930 dollari, in rialzo dello 0,48% rispetto alla vigilia.
La performance della settimana è trascurabile (-0,3%), mentre quella mensile è piuttosto negativa (-3%), dopo un mese di agosto favorevole per il mercato azionario, in scia all’entrata in vigore di un nuovo sistema di dazi calmierati degli Usa rispetto ai principali partner commerciali (tranne l’India). Sistema che viene ora messo in discussione dalla decisione di una corte d’appello Usa, che ha dichiarato le decisioni sui dazi di Trump “illegali”, costringendo il Presidente a far ricorso alla Corte Suprema.
Da inizio anno, Bitcoin mantiene un rialzo del 18%.
Anche il Bitcoin, come l’oro, si avvantaggia anche delle attese di un taglio dei tassi da parte della Fed, che farà deprezzare il dollaro, ampliando l’appeal dei beni rifugio alternativi appunto.
Comunque sia, ambedue questi strumenti di rifugio, devono essere ben ponderati, e valutati con il supporto di un esperto o del vostro Consulente Finanziario.
Di Macina Luca – iscritto all’Albo unico dei Consulenti Finanziari, OFC – Regione Piemonte”

